Innovation Center: una realtà anche italiana

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Da pochi mesi Visa ha aperto a Londra l'Innovation Center più esteso tra i centri d'innovazione della sua rete globale (oltre 1.000 metri quadrati), dove l'azienda opera a fianco di istituzioni finanziarie, esercenti e altri partner, per sviluppare soluzioni di pagamento di nuova generazione.

Innovation Coach: un formatore "fuori dagli schemi"

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Per facilitare il processo d'innovazione e renderlo il più possibile efficiente, si è sviluppata in alcune multinazionali e nei settori tecnologici più avanzati, una nuova figura, l'Innovation Coach, un vero e proprio"allenatore" all'innovazione per singoli dipendenti, gruppi aziendali e team cross-funzionali. In Italia è una figura ancora poco riconosciuta che si sta gradualmente inserendo nelle aziende caratterizzate da un contesto di mercato più turbolento dal punto di vista dell'innovazione tecnologica.

Le aziende si trovano oggi ad operare in un contesto tecnologico vivace e in continuo cambiamento, dove l'innovazione di processo e di prodotto è fondamentale per acquisire nuovi clienti, mantenere quelli attuali e cogliere le nuove opportunità che il mercato presenta.

A volte non è chiaro a chi debbano essere affidate le redini del cambiamento per mantenere attivo e costante il processo d'innovazione, sia all'interno che all'esterno. Anche i manager aziendali, che sono al corrente delle decisioni e perfettamente in linea con il top management, non sempre riescono a essere i propulsori del processo innovativo perché troppo concentrati sulle gerarchie aziendali, sulle scadenze e sui risultati di breve termine. Quindi:

Chi può farsi motore del processo innovativo in modo efficace e collaborativo?

Chi è in grado di sviluppare idee in linea con le esigenze del mercato rispettando anche i tempi di sviluppo?

Innovation portfolio management: i risultati del terzo incontro del Percorso "Gruppo di Lavoro sull'Innovazione 2018" presso Barilla

 

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Si è da poco tenuto Innovation Portfolio Management, il terzo incontro del percorso "Gruppi di lavoro sull'Innovazione 2018", coordinato da Strategie&Innovazione. Prosegue il progetto volto ad approfondire i pilastri del modello d'innovazione, creato a seguito di Gestire e misurare l'innovazione 2017.

Questa volta è stata Barilla l'azienda ospitante della giornata, dopo Saes Getters e La Cimbali.

INNOVATION PROJECT MANAGEMENT

 attivà chiave per "agire" l'innovazione

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Viviamo in un’epoca di profonde rivoluzioni tecnologiche in cui la gestione dell’innovazione costituisce un’area strategica di fondamentale importanza per le organizzazioni.

Innovation War Game: metti alla prova la tua strategia d'innovazione

War Game

E' possibile restare in vantaggio in una partita che non ha fine?

Non possiamo scegliere le regole. Possiamo solo scegliere come giocare.

Nei giochi finiti i giocatori sono noti, le regole fisse e l'obiettivo chiaro: secondo la teoria di James P. Carse, si tratta di partite incui chi vince e chiperde è facilmente individuabile.

Nei giochi infiniti, invece, come il business, la politica o la vita, i giocatori vanno e vengono, le regole sono mutevoli.

Finchè si continua a giocare non ci sono vincitori e vinti - non esistono concetti come "vincere il business" - ma c'è solo chi vaavanti e chi rimaneindietro.

In questo contesto, le organizzazioni più resilienti dimostrano una capacità di prosperare nonostante si trovino in un universo incontinua evoluzione.

Se l'ambiente muta in continuazione, com'è possibile definire le proprie strategie?
Una risposta la troviamo nell'Innovation War Game.

Innovation Workshop: uno strumento da approfondire

Definizione degli obiettivi.L’obiettivo dell’ IW può essere sia strategico che tattico. Il workshop può servire a individuare e condividere le possibili iniziative di innovazione di medio-lungo periodo, agevola la generazione di idee innovative e la pianificazione del loro sviluppo sinergico, oppure può essere utile per risolvere un problema contingente.

Una volta definito, l’obiettivo deve essere comunicato in modo chiaro a tutte le persone coinvolte. 

Preparazione. La preparazione di un IW è una fase molto delicata e abbastanza densa di attività. E’ bene cominciare qualche settimana prima perché tutti abbiano il tempo per prepararsi adeguatamente.

In questa fase avviene la raccolta e l’organizzazione delle informazioni pertinenti al tema obiettivo (interne ed esterne all'azienda). In particolare dobbiamo tenere presente: 

  • Prospettiva di business (macrotrend e trend di settore, bisogni del mercato)
  • Prospettiva di sviluppo prodotti e servizi
  • Prospettiva tecnologica (tecnologie e risorse)

Le informazioni andranno articolate in un documento snello ma completo (Work Book) che costituirà, per le persone che parteciperanno alla sessione di workshop, una lettura preliminare. In questo modo tutti i partecipanti partiranno da una base di informazioni comune.

Il Work Book sarà distribuito durante un incontro introduttivo di presentazione e condivisione del progetto con i partecipanti, almeno una settimana prima del workshop (Kick Off).

Fasi del workshop.Dopo aver condiviso il piano di progetto e aver consegnato i materiali di preparazione, eccoci arrivati allo svolgimento vero e proprio della giornata (o giornate) di workshop.

  • Fase creativa. Obiettivo di questa fase è generare il maggior numero possibile di idee nuove (non giudizi, né valutazioni) tenendo conto del contesto presentato nel Work Book. Per allineare e coinvolgere i partecipanti è utile ripercorrere i punti salienti del Work Book in apertura del workshop.
  • Fase esplorativa.Obiettivo di questa fase è selezionare e valutare alcune idee tra le più plausibili e immaginarne un piano di sviluppo preliminare, evidenziando le opportunità, le criticità, le interconnessioni e le sinergie tra le idee.

Profilo dei partecipanti e reclutamento. Ingrediente fondamentale è il team di lavoro. La scelta delle persone da coinvolgere, infatti, è cruciale per determinare la buona riuscita di un IW. Ecco alcuni consigli per comporre un team efficiente. Innanzitutto il gruppo dovrà essere abbastanza bilanciato in termini di genere, anzianità anagrafica e aziendale. Dovranno essere rappresentate tutte (o quasi!) le funzioni aziendali: marketing, sviluppo prodotti, legale, funzioni a contatto col pubblico, finanza e controllo, comunicazione, IT, ecc. In generale, un gruppo tra le 15 e le 20 persone è facilmente gestibile e coinvolgibile e quindi sarà sicuramente produttivo!

Luoghi e spazi.Per la natura del lavoro da svolgere in un IW, è auspicabile che l'incontro avvenga fuori dall'ambiente usuale di lavoro, magari all'aperto o in un luogo particolarmente ispirante (un museo, un orto botanico, in riva al mare...). Sappiamo che non è sempre facile organizzarsi in tal senso. Ecco quindi alcuni requisiti minimi che il luogo dovrà avere. La luce naturale è sempre da preferire (finestre apribili aiuteranno l'ossigenazione!). E' necessario disporre di spazio sufficiente per muoversi e pareti libere per poter appendere fogli; opzionali, ma graditi, zuccheri per il cervello (snack, acqua e caffè).

Ruolo del facilitatore. Un’attenzione speciale va alla scelta del facilitatore. Non è un ruolo per tutti. In particolare questa persona deve saper coinvolgere i singoli partecipanti e il gruppo nel suo insieme in modo da farne scaturire la creatività e facilitare la discussione costruttiva. E’ importantissimo che il facilitatore non sia coinvolto nel contenuto: non dovrà esprimere le proprie idee ma facilitarne la proliferazione senza dare giudizi o indicazioni.

Questi passi non sono una bacchetta magica per trasformare ogni azienda nella migliore al mondo nel suo settore ma, imparare a lavorare seguendo questi suggerimenti, può aiutare concretamente imprenditori e manager a essere più innovativi e più produttivi in termini d’innovazione, risparmiando tempo e risorse gettate via in interminabili riunioni che spesso non portano a nessuna decisione!

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PER APPROFONDIRE QUESTO TEMA

Ecco le date ancora disponibili

 

Intelligence degli eventi futuri per tradurre le previsioni in azione

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Di questi tempi, più che mai, il processo decisionale necessita di informazioni ben fondate per prepararci ai cambiamenti che il futuro ci prospetta.

L’evoluzione dei trend, l'emergere di segnali deboli o il possibile verificarsi di eventi inattesi e dirompenti sono elementi che devono essere presi in considerazione nella strategia, nell’analisi del rischio, nella pianificazione e nell’innovazione, per rendere questi processi il più possibile a prova di futuro.

L'arte di dimensionare il mercato attraverso stime e ipotesi

 

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Molte volte succede che le aziende ci chiedano di aiutarle per dimensionare il mercato d'interesse, soprattutto  quando si tratta di un mercato nuovo o scarsamente coperto da fonti d'informazione: arrivare a dati affidabili su cui poter costruire una strategia di business, in termini d'investimenti e di crescita potenziale, può essere più complicato e sfidante. E’ dunque necessario ragionare sulla base di assunzioni e ipotesi derivanti dai dati e dalle informazioni di mercato disponibili.

L'età dell'eccellenza - Lapis&Notes 6/2022

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“L'età dell'eccellenza. Innovazione e creatività per costruire un mondo migliore”

“Stiamo entrando in un mondo in cui occorre innovare più che mai, perché non c’è alternativa: o lo si fa, con l’essere umano al centro di tutto, o qualcun altro lo farà al posto nostro. Stiamo entrando nell’età dell’eccellenza”

L'Ideation rate per un processo innovativo di successo

 

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Una recente ricerca statunitense pubblicata su Harvard Business Review ha indicato come il rapporto fra il numero d'idee approvate dal management e il numero delle persone che partecipano alla generazione delle stesse (Ideation rate), possa essere considerato un elemento chiave di un processo innovativo di successo.

L'impatto dell'attività di Competitive Intelligence sul processo decisionale: i risultati di una ricerca

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Non sempre chi si occupa di Competitive Intelligence (CI) riesce a guidare - o quantomeno a influenzare - il processo decisionale in azienda; a volte questa attività è un mero esercizio di raccolta di informazioni, utilizzato per confermare piani d'azione che sono stati già identificati o dare supporto a piani di breve termine, con poca valenza strategica.

I risultati di quelle aziende in cui l'analista di CI riesce ad affermare il proprio ruolo e a indirizzare le decisioni del top management sono però evidenti e misurabili, sia in termini di competitività che di profitto.

L'importanza dell'azione nell'innov-Azione

     Come Reckitt Benckiser agisce l'innovazione

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martedì 23 giugno 2020 in collegamento live 

dalle 10:00 alle 12:30

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Innovazione è una parola dinamica.

L'innovazione presuppone un'azione, sia che si parli di invenzione, di sviluppo o di ricerca.

L'innovazione non è certamente d'impulso: è informata, pianificata e soppesata (prevede sempre un piano "B") e obbliga necessariamente al "fare".

Mettere in atto un pensiero, un'idea, un'intuizione senza perdere tempo prezioso. Agire velocemente è la chiave.

Agire prima, sbagliare prima, rimediare ancora più velocemente. Esistono strumenti modelli e metodi che aiutano ad "agire" l'innovazione.

Ne parleremo nel prossimo incontro del Gruppo di Lavoro in collegamento live con il centro ricerche di Reckitt Benckiser a Mira (VE). 

L'incontro, infatti, avrà come titolo ACTIONING THE INNOVATION PROCESS.

Partendo dalla testimonianza dell' R&D di RB i partecipanti potranno condividere la propria esperienza sull'argomento.

Questo è il terzo di cinque incontri itineranti che aiutano i partecipanti ad interrogarsi su alcuni temi metodologici legati all'innovazione.

Vedi qui l'intero programma e scopri come partecipare.

Ti aspettiamo!

L'importanza della Strategic Competitive Intelligence

In molte aziende il top management non riconosce il ruolo e il contributo della funzione di CI (tra l’altro difficilmente misurabile); allo stesso tempo, i professionisti di CI tendono a volte a concentrarsi sulle problematiche più operative e tattiche, tralasciando l’ottica strategica. Come far collaborare in modo efficiente CI e strategia?

 

L'innovazione e il concetto di valore: la differenza tra utile e prezioso

Quando si parla d'innovazione occorre concentrarsi sul valore che questa assume nella mente del cliente, andando oltre il concetto di utilità del prodotto o servizio.

"Innovation transforms the useful seeds of invention into solutions valued above every existing alternative – and widely adopted"

Di seguito un articolo che spiega la distinzione tra useful e valuable, promuovendo il concetto di valore: l'innovazione è considerata come il risultato di una moltiplicazione di diverse modalità di concepire il valore, non come mera addizione di un'idea e della sua esecuzione (per quanto perfetta).

L'Open Innovation per aumentare l'efficienza delle aziende

L’Open Innovation(d'ora in poi, OI) è un modello d'innovazione secondo il quale le aziende, per creare più valore e competere meglio sul mercato, non possono basarsi soltanto su idee e risorse interne ma devono ricorrere anche a strumenti e competenze tecnologiche che arrivano dall’esterno, in particolare da startup, università, istituti di ricerca, fornitori, inventori e consulenti.

Si può considerare  quindi anche  un sistema per aumentare l'efficienza delle aziende, riducendo i costi e il time to market.

In  che modo occorre strutturare il processo di OI per cogliere i migliori risultati?

La chiave per un’innovazione di successo? Pensa al contesto

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Recentemente, riflettendo sulla parola contesto riferita al processo d’innovazione, ho realizzato che, il più delle volte, il pensiero si focalizza automaticamente su come favorire le condizioni di entusiasmo e supporto che, all’interno dell’azienda, creano un substrato fertile perché l’innovazione si esprima al meglio.

Meno frequentemente, la parola contesto ci induce a riflettere sulle condizioni, esterne all’azienda, che accoglieranno i risultati degli sforzi d’innovazione, determinandone il successo – o l’insuccesso – sul mercato.

Il Contesto, interno o esterno che sia, è una delle quattro C dell’innovazione: Competenze, Collaborazione e Cultura.

Il contesto ci permette di inquadrare i macro fenomeni, che si traducono in leve di creatività, per progettare nuovi prodotti e tecnologie al passo con i cambiamenti, così come ci stimola a intravvedere le traiettorie d’innovazione possibili per l’azienda.

La cultura dell’innovazione nel 2017: in atto un restyling?

Secondo alcune previsioni,pubblicate in rete, di un manager che si occupa di innovazione e strategia in una grande azienda multinazionale dell’informatica, le aziende rivedranno la propria cultura imprenditoriale in merito all’innovazione,  focalizzandosi più a elaborare nuove soluzioni e meno alla crescita di mercato. 

La Cultura è una delle 4 C dell’Innovazione insieme a Contesto, Competenze e Collaborazione.

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Innovare significa creare nuovi prodotti, nuovi processi, nuovi metodi ma anche distruggere le pratiche consolidate. Abbandonare il consueto, la routine. Magari mettere da parte anche la tradizione. Come afferma Alejandro Jodorowski (letterato, drammaturgo e regista cileno), la nostra eredità, il patrimonio di ricchezza e di sapere che abbiamo accumulato sono un tesoro, la base sulla quale costruiamo il nostro destino. Sono però anche un fardello, una trappola che ci impedisce di andare avanti e di evolverci. Se per l’individuo ciò si traduce nella difficoltà o impossibilità a realizzare aspirazioni, sogni, insomma la propria vera natura, per un’azienda questo può essere deleterio.

La formazione per l'attività di Market, Competitive & Technology Intelligence

Competitive Intelligence Professional non si nasce ma si diventa. Alcuni aspetti e strumenti necessari per svolgere l'attività di MCTI possono essere appresi nel tempo seguendo un percorso dedicato di formazione e di preparazione, partendo dalla ricerca e organizzazione delle informazioni fino all'analisi e alla diffusione di "actionable intelligence".

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La strategia della resilienza per rimanere competitivi nel tempo

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resiliènza s. f. [der. di resiliente]. – 1. Nella tecnologia dei materiali, la resistenza a rottura per sollecitazione dinamica, determinata con apposita prova d’urto: prova di r.; valore di r., il cui inverso è l’indice di fragilità. 2. Nella tecnologia dei filati e dei tessuti, l’attitudine di questi a riprendere, dopo una deformazione, l’aspetto originale. 3. In psicologia, la capacità di reagire di fronte a traumi, difficoltà, ecc.

Come applicare la strategia della resilienza ai cambiamenti del mercato?